Presentazione seminario
Le emozioni sono risposte della mente di tipo adattivo alle pressioni esterne, motivo per il quale è fondamentale tenerne conto nel processo di apprendimento e dell’insegnamento. Sono infatti da considerarsi come reazioni psico-fisiologiche a determinati eventi come, ad esempio, un corso di lingua, la difficoltà a comunicare in una lingua straniera o la complessità del relazionarsi con l’Altro nella contemporaneità e quotidianità caratterizzata dalla globalizzazione.
Il Professor Balboni, nel suo intervento, metterà a fuoco tutti gli elementi utili al docente per favorire un approccio all’insegnamento della lingua straniera di tipo emozionale, focalizzandosi in particolar modo sull’interazione tra Docente e Discente e su quanto tale approccio risulti efficace e stimolante ai fini dell’apprendimento.
Partecipazione seminario
Lunedi 13 maggio 2019 dalle 15.00 alle 19.00 presso la sede ANILS Molise Via Facchinetti, 3 – 86100 Campobasso c/o Sala ARISTON International Studies College SSML
Il seminario è rivolto a tutti i soci ANILS (Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere). È possibile iscriversi contattando la segreteria ANILS Molise: fedsca80@gmail.com
Paolo Balboni è un linguista italiano, docente universitario e studioso di glottodidattica, autore di saggi sulla didattica delle lingue straniere e di manuali di italiano come L2. Attualmente è Presidente della Fédération Internationale des Professeurs de Langues Vivantes, Direttore del Centro di Didattica delle Lingue della prestigiosa Università Ca’ Foscari di Venezia e Presidente dell’ANILS (Associazione Nazionale Insegnanti di Lingua Straniera). A lui si deve l’elaborazione di un nuovo modello di unità didattica per l’insegnamento delle lingue straniere, che sviluppa e supera i modelli classici elaborati dalla glottodidattica italiana (e dallo stesso Balboni) a partire dagli anni Settanta. Il modello balboniano di unità didattica, infatti, pur ispirandosi alle fasi tradizionali di motivazione, globalità, analisi, sintesi e riflessione sulla lingua, si presenta più flessibile e si rifà all’immagine della rete: l’unità didattica non viene più concepita come una rigida successione di fasi, ma una rete di unità di apprendimento, nella quale non si ha una sequenza prestabilita tra le varie unità e i materiali tradizionali vengono integrati con altri media. Fino agli anni Sessanta, il sistema scolastico era visto come una cosa “seria”, ma il Sessantotto (seguito in Italia dal Settantasette e sfociato nelle sperimentazioni scolastiche) e l’avvento imperioso dei mass media e della globalizzazione hanno favorito la scoperta del ruolo delle emozioni nell’insegnamento.